Perché parlare di abitudini quando si parla di ecologia? Credo che la maggior parte della popolazione sia in qualche modo a conoscenza dello stato di salute pessimo in cui verte il nostro pianeta in questo momento. Eppure le nostre abitudini di consumo e di vita più in generale sono assolutamente non eco-friendly.

Breve storia di come le abitudini possono essere riprogrammate e sostituite con qualcosa di meglio​

Facciamo un test veloce (in onestà) La vostra carta igienica è FSC? (Si, potete andare a vedere), la maggior parte avrà risposto “Non ne ho idea!” e probabilmente la risposta è no, non è FSC. Per far si che ognuno di noi davanti allo scaffale del super scelga la carta igienica FSC dobbiamo sviluppare delle abitudini di consumo più virtuose. Ma come si fa a riprogrammare un’abitudine?

Charles Duhigg, autore del libro “La Dittatura delle abitudini” scompone un’abitudine, in tre componenti fondamentali: segnale, routine e gratificazione.

Secondo Duhigg i comportamenti umani abitudinari, che quindi seguono la strada cognitiva più veloce, fanno riferimento al sistema S-R-G.
Quindi un’abitudine come fumare può essere riprogrammata ”scomponendo” il sistema S-R-G, lavorando sulla parte di Routine, ovvero il comportamento (abitudinario vero e proprio).
L’esempio del fumare non è casuale: 
ho deciso di portare avanti un esperimento personale per confermare il sistema S-R-G, obiettivo: smettere di fumare.

(AUTO)ANALISI

Ho passato 13 giorni ad autoanalizzarmi, non è il metodo più corretto,ma questa non è certo una tesi di dottorato. Quindi ho iniziato a capire che per me il fumo era un riempitivo. Ma anche un momento sociale, potevo serenamente finire un pacchetto chiacchierando del più e del meno con altri amici, tutti fumatori ovviamente.

 INDIVIDUAZIONE DI UNO SCHEMA RICORSIVO

Nella mia auto-analisi ho iniziato a rendermi conto che il mio comportamento seguiva uno schema preciso:

  1. ore 8.45 sigaretta in coda in tangenziale
  2. ore 10.30 pausa caffè
  3. ore 13.00 pausa pranzo
  4. ore 14.00 fine pausa pranzo
  5. ore 16.30 pausa caffè
  6. ore 18.00 uscita da lavoro
  7. ore 19.30 aperitivo
  8. ore 20.30 pre-cena
  9. ore 21.30 post cena
  10. ore 23.00 l’ultima

 CREAZIONE DELL’AMBIENTE “GIUSTO”

Ho iniziato a provare gratificazioni diverse, ma ho nel contempo creato il giusto “ambiente”, sono andata al supermercato comprando solo cibo ipocalorico ma gustoso. Prevedendo eventuali momenti di crisi da mood food ho evitato di tenerlo in casa. Ho variato il mio solito menù colazione aumentando un po’ le dosi di caffè (che essendo un eccitante dà al sistema nervoso un effetto simile alla nicotina) per non avere l’effetto down tipico di chi ha appena smesso di fumare. Poi ho comprato dei magneti da frigo, sono seria, con annesso un pennarello, tutte le mattine mentre aspettavo il caffè scrivevo il numero di giorni di astinenza. 

TEST DELLE GRATIFICAZIONI

Per giorni ogni volta che avevo voglia di fumare andavo a fare due chiacchiere con la segretaria dell’ufficio. Ho così capito che dopo circa 3 minuti dal segnale “ho voglia di fumare” se mi distraevo con qualcosa di sufficientemente simile come gratificazione mi dimenticavo di voler fumare.

Se le chiacchiere non erano sufficienti bevevo acqua, prendevo un caffè e a volte ho tirato fuori un pò di cioccolata. Lo ammetto.

MANTENIMENTO

Dal giorno dell’ultimo pacchetto sono passati circa 6 mesi, giorno più giorno meno. Ho fumato altre volte, assolutamente sì, ma ho realizzato che mortificarmi non sarebbe servito a nulla. Alle ricadute ricominciavo il conteggio sul magnete dal giorno 1 ma con accanto i giorni raggiunti pre-ricaduta. Questo mi ha permesso di non demoralizzarmi e anzi essere comunque fiera di non aver mollato il colpo in toto.

Ma quindi?

Perché ho condiviso questa storia senza la quale sicuramente non sareste riusciti a dormire? 

Perché se è possibile scardinare un’abitudine come quella del fumare è possibile riprogrammare abitudini più “semplici” meno radicate .

Ad esempio comprare carta certificata FSC, ridurre l’uso della plastica, moderare i consumi dell’acqua, adottare una dieta sostenibile e così via, sono piccole abitudini che moltiplicate per ognuno di noi sono immense, gigantesche abitudini di consumo.

A proposito dello smettere di fumare, lo sapevi?

Una sigaretta emette una quantità di polveri fini e ultrafini (Pm1, Pm2,5 e Pm10) tra 4 e 6 volte superiori a quella di un Tir: la registrazione è stata effettuata dal Centro Antifumo dell’Istituto Nazionale dei tumori di Milano in prossimità del tubo di scarico di un motore diesel di 13mila cc di cilindrata, rimasto acceso per 8 minuti a giri minimi.

Inoltre un mozzicone ci mette fino a 12 anni per decomporsi.
La sigaretta non nuoce solo all’organismo ma anche alla natura!

Le tue abitudini possono salvare il pianeta! Seguici e condividi per aiutarci a diffondere le nostre campagne.