Perché sono i parcheggi i nemici giurati della circolazione a due ruote.
Ovvero come Oslo arriverà al car free.
Mentre Oslo porta avanti il suo progetto Car Free bandendo tutte le auto da tutto il centro città, Milano lancia il suo progetto per eliminare le auto diesel dal centro città (non tutti i diesel, non da tutta la città) a partire da gennaio 2019.
I norvegesi sono un popolo particolare, lo sappiamo, è una tra le popolazioni che fanno più attività sportiva in Europa (lo dice l’ultimo rapporto “Sport and Physical Activity” della Commissione Europea), vanta lo straordinario primato mondiale per il numero di vetture elettriche circolanti, e nonostante questo l’anno scorso l’attuale amministrazione di Oslo ha lanciato un ambizioso progetto per creare una zona car free entro il 2019. L’implementazione del progetto non è stata semplice e senza attriti, infatti i negozianti della zona interessata si sono mossi alla volta della tutela dei loro clienti, per “non ergere un muro di Berlino contro gli automobilisti”. Ma in questo caso i commercianti si sono dimostrati ragionevoli e con il Comune sono stati definiti tre step di attivazione, l’obiettivo? Sviluppare e consolidare nuove abitudini di accesso a quella zona della città, evitando così un intervento invasivo legato esclusivamente al divieto sanzionatorio per evitare l’accesso alle auto nel Ring 1, soluzione che verrà valutata se ancora necessaria al termine delle del 2019.
Il progetto è partito quest’anno con l’eliminazione di circa 600 posti auto, e prevede l’implementazione dei trasporti pubblici e la creazione di nuove piste ciclabili.
Questa news sull’eliminazione dei parcheggi e la zona car free mi ha fatto venire in mente un’altra storia.
Come la meravigliosa Amsterdam oggi l’Eldorado dei ciclisti sia diventata tale.
La capitale olandese oggi nota in tutto il mondo per essere una tra le città più green, per divenire e rimanere punto di riferimento sui temi della mobilità sostenibile (e non solo) applica politiche molto rigide sull’uso dell’auto e ovviamente anche per quanto riguarda i parcheggi, che sono in numero estremamente limitato e costosissimi.
Per rendere queste politiche digeribili le amministrazioni cittadine che nel tempo si sono succedute hanno reso Amsterdam migliore per chi non utilizza la macchina e non viceversa. Le strade infatti sono sicure per i ciclisti e i pedoni, e un vero incubo per gli automobilisti che tra zone 20 e 30, dossi e semafori hanno tempi di percorrenza più lunghi rispetto alle bici a parità di distanze.
E a Milano?
Stando ai dati ACI sulle immatricolazioni il numero di vetture in circolazione in città è in aumento dal 2016 ad oggi, dopo oltre 15 anni di costante riduzione.
Del resto non sono state apportate politiche Pedestrian e Bike friendly massive, le strade cittadine sono in larghissima misura pensate per la circolazione automobilistica, gli attraversamenti pedonali sono spesso passaggi molto pericolosi e le varie autorità competenti non hanno più di tanto voce in capitolo davanti a comportamenti evidentemente scorretti da parte degli automobilisti, giusto per fare un paio di esempi: vi ricordate la famosa macchina spostata di peso dalla folla inferocita (i viaggiatori del tram che l’auto aveva bloccato) in via Torino sotto gli occhi inermi della Polizia Locale? Vogliamo poi ricordare la bizzarra abitudine milanese di parcheggiare sui marciapiedi?
Ma rendiamo concrete queste due righe, facciamo un esempio di vita vissuta, la mia. Se vivete in centro a Milano, diciamo zona NOLO o Buenos Aires e lavorate che ne so a Cinisello, ecco voi la bici ve la potete serenamente scordare! Ci andate in macchina a lavorare, in coda in tangenziale. Perché l’ATM non vi fa salire sul vagone nelle ore di punta e no, non è proprio il caso di farvi Viale Fulvio Testi, si lo so che c’è una linea per terra con scritto ciclabile ma ci vanno i motorini la mattina li, sennò dove passano?!
Quest’idillio logistico è comune per moltissimi milanesi e soprattutto per i non milanesi che pendolano tutti i giorni per andare a lavorare/studiare/gironzolare e che spesso non hanno alternative all’uso della propria vettura.
Oggi è quindi necessario che se i milanesi/non milanesi vogliono una città più sicura e meno inquinata etc.etc. devono iniziare a mentalizzare l’idea di usare mezzi alternativi da un lato e dall’altro chiedere servizi concreti a supporto! Chiedere a gran voce una metropolitana aperta anche ai ciclisti (sempre!), con orari credibili durante il weekend, ma davvero esistono persone che tornano a casa di sabato sera a mezzanotte e mezza? Chiedere piste ciclabili e strade più sicure per i pedoni, avete un’idea di quanti incidenti avvengono a Milano che coinvolgono pedoni e ciclisti?
Vi lascio con questa immagine fornita dal comune di Oslo per aiutarci a visualizzare una vi(t)a con meno auto.